L'ultima
grande rivoluzione industriale si ha dopo la seconda metà dell'800
con la formulazione di due concetti principi quali il Taylorismo e il
Fordismo.
Il
Taylorismo è la teoria secondo cui un lavoro deve essere analizzato
per capirne le fasi in cui debba essere svolto, quindi creare il
prototipo del lavoratore adatto a tale mansione, selezionarlo ed
istruirlo al fine di formarlo ed introdurlo nell'azienda.
Il
Fordismo è il Taylorismo applicato: implica che l'operaio non deve
saper fare tutto ma deve essere specializzato in una operazione
semplice di cui deve essere un'esperto, cioè nasce la figura
dell'operaio specializzato. Questo concetto porta alla catena di
montaggio che velocizzerà il processo industriale mettendo sui
mercati una quantità di merce superiore alla domanda. Questo
provocherà un surplus economico da parte delle grandi nazioni
industrializzate, che andranno alla ricerca di nuovi mercati e anche
alla ricerca di un più basso costo delle materie prime.
Questo
surplus non è più in grado di essere assorbito dai mercati e
porterà al conflitto le varie nazioni nella Prima Guerra Mondiale,
che vedrà la disfatta degli imperi centrali di Austria e Germania
alla quale verrà data tutta la colpa del conflitto e al pagamento di
tutti i danni di guerra subiti dai vari paesi vincitori. Le dure
imposizioni fatte dai vincitori porteranno come conseguenza allo
scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che nella storia è una delle
poche guerre combattute quasi esclusivamente per ideologia invece che
per interesse.
La
situazione in Europa alle fine della Grande Guerra vede l'industria
dedicata a fini bellici che non riesce a riconvertirsi ad uso civile,
inoltre una grande quantità di manodopera che era impegnata
nell'esercito si ritrova disoccupata. Per tutto il vecchio continente
si ha una situazione di crisi diffusa. I mercati delle grandi città
hanno poca merce e il mercato non riesce a ripartire.
Nello
stesso periodo post-bellico si hanno una serie di grandi cambiamenti
politico-sociali; la rivoluzione comunista avvenuta in Russia nel
1917 avrà degli strascichi in tutto l'Occidente nel quale si avranno
degli scontri civili tra i movimenti socialisti e comunisti contro
quelle nuove correnti che si vanno creando e che porteranno alla
creazioni di regimi dittatoriali fascisti in Italia, Germania e
Spagna. La politica commerciale di questi regimi è quella di puntare
sul favorire al massimo la produzione e il consumo di quello prodotto
nelle rispettive nazioni, e mettere duri dazi alle merci provenienti
dall'estero (autarchia). Questi governi puntano alla creazione di
città monumentali in ogni aspetto comprese le piazze e i mercati.
Della
Prima Guerra Mondiale i veri vincitori saranno gli Stati Uniti
d'America, che si ritroveranno la più grande potenza mondiale
scavalcando la Gran Bretagna e la Germania. Ebbero un decennio di
grande prosperità economica, caratterizzato dall'aumento della
produzione; ma tutto questo precipitò con la crisi del '29, nella
quale le banche sottrassero improvvisamente 18'000 milioni di dollari
dal mercato: non fu più possibile fare finanziamenti e vennero
chiesti di restituire i prestiti accordati. Questa crisi durerà per
diversi anni ed avrà ripercussioni a livello mondiali.
In
questi anni tende a scomparire la versione tradizionale della
piazza-mercato, cambia
il carattere delle pubbliche piazze nel mezzo della città, da quello
del foro o del mercato d'un tempo, diventano raramente destinate a
grandi feste collettive e sempre meno alla vita quotidiana, servono
principalmente a procurare più luce e più aria, a rompere il
monotono oceano delle case, a porre talvolta in valore un importante
edificio in un'architettonica cornice.
Dal
'39 al '45 si ha la Seconda Guerra Mondiale. L'intero Mondo uscirà
da questa situazione in ginocchio, le città distrutte, e quelle che
rimasero in piedi erano state pesantemente convertite ad uso
militare. Ad esempio il mercato coperto di via Giuria di Savona è
stato distrutto dai bombardamenti dell'ultimo conflitto.
Nel
dopoguerra la maggior parte della popolazione è senza casa, o per lo
meno di una casa degna di questo nome, si hanno le grandi operazione
immobiliari di costruzione di nuovi quartieri che daranno vita a
nuovi luoghi di aggregazione. Si ha l'espansione dei vecchi mercati e
la costruzione di nuovi.
Analizzando
la costruzione di questi mercati si è scoperto che la loro fortuna e
proporzionale alle vie di accesso a cui essi sono collegati.
Recentemente alcuni di questi mercati sono stati dismessi e
recuperati e le vie di collegamento hanno sempre giocato un ruolo
principale nella scelta della loro collocazione. I grandi mercati di
frutta e verdura all'ingrosso che all'inizio del 900 sono stati
collocati nelle zone limitrofe alla città, nei giorni nostri sono
nelle zone centrali, e i grossi tir creano grandi disagi al traffico,
per questo si vede sempre più spesso la decentralizzazione delle
grosse aree di smercio e la riconversione di vecchie strutture in
nuovi spazi ad uso della collettività.
Il
mercato dei fiori e dell'ortofrutta da Sanremo è stato trasferito
negli anni '90 nella moderna sede situata in una zona di veloce
collegamento con l'autostrada, con la superstrada aurelia-bis, e con
la strada statale Aurelia; il vecchio mercato, che si trovava in
centro città è stato riconvertito a svariati usi.
A
Genova il mercato all'ingrosso della frutta e verdura è stato
recentemente trasferito nella moderna sede di Bolzaneto, vicino
all'uscita dell'autostrada e in diretta comunicazione con il levante
e il ponente e verso Milano e Torino; quindi maggiore facilità per i
grandi camion di scaricare o caricare e ripartire, senza
congestionare il traffico come invece avveniva nella storica sede di
corso Sardegna, che verrà presto riconvertita in tutta la sua
ampiezza in varie utilità, sia ad uso commerciale, che cittadino,
che residenziale, conservando tuttavia la parte di rilevanza storica.
Un
ottimo esempio di riconversione di mercato coperto ottocentesco e il
quello di San Miguel a Madrid nella zona vicina alla centrale Plaza
Mayor, un tempo mercato cittadino è oggi utilizzato come sede di
svariati negozi di ristorazione.
Molti
esempi in giro per l'Europa, come il mercato de Les Halles di Parigi,
storico mercato nel centro della città, uno dei primi esempi di
mercati coperti, trasformato in centro commerciale negli anni 80 del
XX secolo.
L'ultima
grande rivoluzione, e forse una delle principali che la storia abbia
conosciuto è quella del computer e di Internet, grazie al quale è
possibile trasferire una grande quantità di dati in qualsiasi punto
della terra in meno di un secondo. Si ha la nascita del mercato
on-line, cioè la possibilità di comprare e vendere qualsiasi cosa
senza averla materialmente davanti; ma con il trasferimento virtuale
di denaro si può acquistare qualsiasi bisogno, e se questo è
materiale nel giro di ore o giorni vieni trasferito direttamente
nella propria abitazione; come se non fosse più l'utente che va al
mercato ma il mercato che va al cliente. Per cui si hanno che le
infrastrutture devono avere sempre maggior importanza nella vita
dell'economia e dei nuovi mercati.
Troviamo
aziende importantissime che usano questa politica, ed anche il
settore alimentare che per ovvi motivi è sempre rimasto fuori da
questo mondo, stà creando la sua nicchia. Troviamo delle aziende
agricole, dei supermercati e dei nuovi soggetti, i quali permettono
di ordinare online quello che si desidera per il giorno che si
desidera, con la possibilità di avere per il giorno prescelto un
prodotto fresco senza doversi recare al mercato per fare acquisti.
Da
questa nostra ultima considerazione nasce il dibattito sul futuro del
mercato: il mercato dei giorni nostri, dove persone reali incontrano
altre persone reali per fare degli scambi reali, sarà destinato ad
entrare in crisi a favore di un nuovo tipo caratterizzato dalla
virtualizzazione. Il mercato al dettaglio che nei tempi antichi
veniva fatto nelle agorà greche e nei fori romani, e poi nelle
piazze delle città medievali, che si è evoluto con strutture
specializzate in mercati coperti, difficilmente troverà spazi nella
futura città.