Liceo Maximilian Perret (1998-1999) – Massimiliano Fuksas

Place San Benedetto del Tronto, Alfortville

Alfortville al sud-est di Parigi, nella Ile de France, è uno di quegli agglomerati che costituiscono gran parte delle periferie parigine. Come le altre moderne periferie, è un posto desolato senza logica urbanistica, posto sull’altra sponda della Senna rispetto ad un insediamento industriale.

Nel vincere la commissione del progetto di una grande scuola secondaria ad Alfortville, il Liceo Maximilian Perret, Fuksas si impadronisce della possibilità di creare una parte della città utilizzando il suo vocabolario urbano unito al suo dinamismo architettonico.

Il grande gesto architettonico è una tradizione peculiare francese e nonostante Fuksas sia italiano, si è dimostrato un suo valido esponente. Ma se ad Alfortville il monumentale non è così apparente, altre caratteristiche del lavoro pratico (la complessa stratificazione e collage del materiale) sembrano più pronunciate. Nel passato la predilezione di Fuksas per la frammentazione strutturale è stata unita ad un fascino per le qualità espressive dei materiali.

Il liceo ospita 1600 studenti, numerosi dipartimenti, aule di insegnamento, uffici e centri di ricerca. Fuksas in quest’opera predilige il suo grezzo vocabolario industriale, servendosi di materiali quali il calcestruzzo, lo zinco, il vetro e il mattone.

Delimitato dalle vie delle case da un lato e dalle grigie torri dall’altro e a sud dalla sponda occidentale della Senna, il complesso si estende orizzontalmente con un perimetro irregolare per 1452 m2. Ingegnosamente, data la restrizione del sito, Fuksas è riuscito a costruire uno spazio aperto attraverso una piattaforma immensa alta 7 m. Questa ha come effetto la formazione di due universi: uno sopra e l’altro sotto. La piattaforma è tagliata e ridotta in vari punti per consentire la permeabilità alla luce ed inoltre fornisce uno spazio aperto all’ultimo piano. L’angolo a nord – est è il nodo principale dello schema. Qui, la biblioteca elevata e racchiusa da un involucro di zinco color rosso, l’auditorium ovoidale con pieghe dovute alla costolonatura in zinco, gli uffici del direttore e il volume della casa del custode, sono raggruppati intorno all’ingresso principale e all’atrio. Questo è il cardine da cui dipendono i vari dipartimenti. Studenti e professori sono alloggiati in edifici separati ma attigui alla periferia disposta a nord e a sud del sito. Un altro blocco residenziale, dedicato ai tirocinanti, si estende da nord a sud. Al di sotto della lastra, il largo ristorante a sud e i laboratori, sottolineano la loro presenza con grandi finestre sulla strada. Sopra di queste, si trovano una fila di aule e piccoli uffici.

I colori predominanti sono l’argento, il nero, il grigio e il rosso sangue per la libreria. La disposizione dei volumi sembra essere la firma di Fuksas. L’angolo nord ospita la casa del guardiano simile a una scatola di zinco che ricorda le stazioni radio del campus della Maison des Artes. Nella parte più a sud, gli alloggi dei professori sono concentrati come una pila di blocchi sovrapposti con terrazzi e giardini privati. L’edificio compensa il carattere orizzontale con edifici residenziali da una parte e moderne torri dall’altra. Fuksas inoltre pone molta attenzione nel cercare l’integrazione con il contesto urbano circostante.

Il Liceo Maximilien Perret è un punto di riflessione molto importante nel mio lavoro.
Una piattaforma tagliata, incisa, bucata.. attraversata dalla luce che permette ai giorni e alle stagioni di disegnare sul suolo ombre e immagini.
Gli oggetti sono posati con dolcezza e disegnano con il contesto esistente-costruito un nuovo paesaggio urbano.

Massimiliano Fuksas